il genere Bletilla fu istituito da
Reichenbach nel 1853 in Flore des Serres et des Jardins de l'Europe 8:
246. (ott. 1853) Typus:
Località: F50-13465; B. gebina (Lindley) H.G. Reichenbach, typ. cons. Note: Bletia
gebina Lindley
in realtà
Rafinesque aveva già descritto queste piante nel 1838 con il nome di Jimensia, ma, come molte
descrizioni di Rafinesque, il suo epiteto è stato poi scartato a
vantaggio del più tardivo nome Bletilla. il nome
Bletilla (= piccola Bletia) fu dato da Reichenbach in quanto il fiore
di questo nuovo genere gli ricordava quello delle Bletia; quest’ultimo
è però un genere diffuso nel centroamerica, mentre le Bletilla sono
diffuse in Cina e Giappone. Nel 1911
Schlecther revisionò il genere in Fedde, Repertorium Specierum Novarum
e vi incluse sei specie: Bletilla
striata, Bletilla japonica (ora considerata appartenere al
genere Arethusa con il nome di Arethusa japonica A.Gr.), Bletilla sinensis (ora chiamata
Arethusa sinensis Rolfe), Bletilla
formosana (Hayata) Schlechter, Bletilla
morrisonicola (Hayata) Schlecter (ora ritenuta sinonimo di
Bletilla formosana), e Bletilla
kotoensis (Hayata) Schlecter (ora ritenuta anch’essa sinonimo di
Bletilla formosana). Successivamente,
nel 1922, lo stesso Schlechter descrisse Bletilla szetschuanica e Bletilla yunnanensis.
Dressler (1993)
ritiene che il genere Bletilla appartenga alla tribù Arethusae,
sottotribù Bletiinae, insieme ad Acanthephippium, Ancistrochilus,
Bletia, Calanthe, Phaius, Spathoglottis, Tainia, etc.
la classificazione attuale però è:
Classe: Liliopsida
Subclasse: Liliidae
Ordine: Orchidales
Famiglia: Orchidaceae
Genere: Bletilla
Specie: ad es. Bletilla striata
Si tratta di
piante terrestri, dotate di rizoma sotterraneo, semi bulboso,
rotondeggiante e schiacciato; foglie distiche, convolute, plicate;
inflorescenza terminale, racemosa, con diversi fiori distanziati tra
loro.
nel 1784, in
Flora Japonica, Thunberg descrisse il Limodorum striatum ma poi successivamente
Reichenbach lo trasferì nel genere Bletilla
nel 1878 in Botanische Zeitung, genere che lui aveva codificato nel 1853, sulla base di Bletilla
gebina (Lindley) Reichenbach, chiamandolo così per il suo "pro Bletia habitum", cioè dall'aspetto della pianta che ricorda le Bletia.
questa è la
descrizione originale del genere Bletilla fatta
da Reichenbach
Siccome però Bletilla gebina e Bletilla striata
sono poi state considerate da alcuni tassonomisti come identiche, in base
alle norme dettate dal codice di nomenclatura botanica dobbiamo
considerare come tipo del
genere Bletilla la Bletilla striata,
in quanto dotata di priorità nomenclaturale ( descritto come Limodorum striatum nel 1784) e Bletilla gebina (descritta come Bletia gebina nel 1846) ne diventa un
sinonimo. Vedremo più avanti che personalmente invece ritengo che Bletilla gebina sia una specie valida ed a sè stante.
Il genere
Bletilla è
piuttosto confuso dal punto di vista tassonomico, e poco è
stato scritto su di esso.
Esistono inoltre molti sinonimi e manca
addirittura il typus delle specie
descritte da Schlechter, typus andato
purtroppo distrutto durante la seconda guerra mondiale col
bombardamento di Berlino.
Al momento
attuale si considera che questo genere contenga da 5 ad 8 specie, a
seconda dei tassonomisti.
io invece in questo lavoro considero che il genere Bletilla contenga 9 specie.
Ritengo però
possibile che nuove varietà o nuove specie, originarie della Cina,
possano essere descritte nel futuro, come è successo infatti con la Bletilla guizhouensis
descritta molto di recente, nel 2019.
Le nove specie di Bletilla
Oggi considero che il genere Bletilla
contenga nove specie, diffuse in Cina (Ble. striata, Ble. ochracea,
Ble.yunnanensis, Ble.szetschuanica, e le poco conosciute Ble. chartacea e foliosa e guizhouensis ), Taiwan (Ble.formosana) e Giappone (Ble. striata e Bletilla gebina).
Cerco ora di dare una breve descrizione di queste Bletilla, per colmare
una lacuna dei nostri usuali testi di riferimento orchidologico e per
fornire ai lettori un esempio della grande potenzialità di questo
genere, purtroppo oggi così inspiegabilmente trascurato.
parto da quella più diffusa in coltivazione, la Bletilla striata
Bletilla striata (Thunberg)
Reichenbach
Pianta
terrestre, alta sino a 40-50 cm, originaria del Giappone, Korea,
Birmania e China ( nellle provincie di Anhui, Fujian, Gansu, Guangdong,
Guangxi, Guizhou, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Shaanxi, Sichuan,
Zhejiang). Cresce in foreste di alberi sia a foglie larghe, tipo
Quercus, che di conifere, in aree erbose e pendii ad una altitudine dai
100 ai 3200 m.; è caratterizzata da foglie plicate lunghe 40-60 cm e
larghe 4-5 cm, oblungo-lanceolate, acuminate e da un rizoma
sotterraneo, compresso, schiacciato, di forma irregolare.
L’inflorescenza è eretta, alta fino a 30 cm e porta diversi fiori,
spaziati fra loro. I fiori sono di norma rosa-porpora, anche se è
frequente trovare in coltivazione cloni a fiore bianco. Sepalo dorsale
lungo 3-3.3 cm, largo 0.7 cm, ellittico-lanceolato, ad apice subacuto.
Sepali laterali lunghi 2.5-2.8 cm, larghi 0.7 cm, falcati, ad apice
subacuto. Petali lunghi 3-3.5 cm, larghi 0.8-0.9 cm, lievemente
falcati, ad apice subacuto. Labello lungo 2.6 cm, largo 2 cm, bianco,
soffuso di porpora, con venature porpora, obovato-ellittico, 1.4-2.8 ×
1.0-1.8 cm, trilobato con lobi laterali eretti, abbraccianti la
colonna, larghi 0.6 cm ed il lobo mediano è lungo 1 cm e largo 0.7-0.8
cm, col margine lievemente increspato, ed apice troncato; disco con 5
creste (lamelle) lunghe 2 cm, ondulate solo lungo il lobo mediano; sono
spesso accompagnate da 2 corte creste laterali, lunghe 0.6 cm.
Colonna lunga 2
cm, lievemente curva. Ovario lungo 2 cm. Capsula lunga 3.8 cm e larga 1
cm. Fiorisce in aprile-maggio.
Bletilla striata
tavola da Flora
of China
Come detto
sopra, Bletilla striata fu
descritta in Giappone da Thunberg nel 1784 col nome di Limodorum striatum in Systema
Vegetabilium. Editio decima quarta pg.816. 1784
Successivamente
furono descritte con nomi diversi molte piante simili a Bletilla
striata, provenienti da varie provincie cinesi: Bletilla gebina,
Bletilla hyacinthina, Gyas humilis, etc; oggi tutti questi nomi sono
considerati da molti tassonomisti sinonimi di Bletilla striata. Non so se questa
interpretazione sia del tutto corretta, in particolare Bletilla gebina, come vedremo più avanti, poiché alcune di queste piante
potrebbero rappresentare invece degli endemismi locali, differenti
quindi dalla originale Bletilla striata giapponese. Occorrerebbe un
approfondito studio sul campo integrato da uno studio genetico per chiarire questo problema tassonomico.
si trova da 100
a 3200 m di altitudine, nelle provincie cinesi di Anhui, Fujian,
SE Gansu, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi,
S Shaanxi, Sichuan, Zhejiang.
cresce inoltre
anche in Giappone, Korea e Myanmar.
Note: Bletilla
striata è usata nella medicina popolare cinese; se ne trova traccia in
"Shennong BenCao Jing" (Shennong’s Materia Medica) di 2000 anni fa. E' usata contro
i sanguinamenti, compresa l'emottisi polmonare, e per promuovere la
rigenerazione dei tessuti e per trattare la tubercolosi: è applica sulle
parti infiammate e pelle screpolata; i rizomi invece sono bolliti in
acqua per fare un drink che è usato per la tosse e congestione. La pianta
contiene l'antrachinone fiscione ( per questo penso sia usata contro la
tubercolosi) ed il triterpene ciclobalanolo; contiene anche gli
antibatterici fenantreni E' pure usata
nell'industria di cosmesi. Tutti questi usi ne fanno una pianta molto
ricercta in Cina, tanto da metterne in pericolo la sopravvivenza in
natura, ed è stata dichiarata una delle più protette piante della
medicina tradizionale ed il suo prezzo è salito di 20 volte negli
ultimi 10 anni. Per ovviare a questo, in Cina sono partiti molti studi
per riprodurla artificialmente.
Stazione di
riferimento per Bletilla striata:
Mengtze (Yunnan, Cina), 1300 metri (le temperature
sono però calcolate per 2000 mt d’altitudine
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Pioggia/mm
8
10
28
30
86
272
180
208
231
112
33
3
Umidità %
49
51
40
42
52
72
74
73
70
72
61
58
Giorni sereni alle 7
18
16
20
16
9
3
3
4
6
5
17
19
Giorni sereni alle 13
20
15
17
17
9
4
5
5
8
9
19
22
Temperatura max C
18
19
26
29
30
28
30
30
28
24
21
19
Temperatura min C
6
8
12
16
18
20
21
21
19
15
10
7
Escursione termica
12
11
14
13
12
8
9
9
9
9
11
12
Fioritura
*
**
*
La classica
Bletilla striata è reperibile abbastanza facilmente in molti garden
center, ove spesso è venduta sotto il nome di Bletilla hyacinthina. La
si può trovare anche sui cataloghi on line tipo Bakker, Floriana bulbose o
simili,
ed è economica da acquistare. Cresce bene in vaso, ma
cresce ancor più facilmente se coltivata in piena terra, in giardino.
Ricordo che tanti anni fa che un’aiola piena di Bletilla striata in
fiore era uno degli spettacoli più belli ed ammirati del Kew Garden,
sino a che i lavori di ristrutturazione del giardino stesso ne hanno
decretato la distruzione.
Nei giardini è
coltivata per le sue belle foglie plicate ed i suoi fiori rosa-porpora. Molto
gradevole è anche la sua varietà alba, a fiori bianchi.
Esistono anche
cloni a foglie variegate, come la Bletilla striata "Albomarginata" o
"Albostriata"
foglie di
Bletilla striata "albomarginata"
La Bletilla striata è facilmente
coltivabile in piena terra, in una zona del giardino ben esposta al
sole; conviene fare una buca larga e profonda, mettere un bello strato
di drenaggio, ad es pomice e poi riempire la buca con un mix che sia
molto drenante, ad es pomice in larga parte, con eventuale
integrazione di lava, perlite, argilla espansa da idrocoltura ed
inoltre un 10/20 % di organico ( humus fogliare, foglie di faggio
tritate, terriccio commerciale, etc..).
Mettere il rizoma qualche cm sotto il livello del terreno e coprire col substrato scelto.
Durante l’inverno in nord Italia è consigliabile coprirla con
un’abbondante
strato di foglie e/o tessuto-non-tessuto al fine di proteggerla dal
freddo eccessivo.
Bletilla
striata, fioritami a maggio
Bletilla striata "poncho"
foto 15.4.2020
Bletilla striata "Poncho"
Bletilla striata "Poncho"
A livello commerciale, sono disponibili alcuni cloni di Bletilla striata molto interessanti:
Bletilla striata "Soryu", di origine giapponese, dal fiore con tonalità sul blu
(da me coltivata e fotografata)
Bletilla striata "Soryu", di origine giapponese, dal colore blu
da me coltivata e fotografata
sempre una Bletilla striata "Soryu", di origine giapponese, dal colore blu ( photo from the web)
il clone "Soryu", molto apprezzato in Japan, ha questo bellissimo colore blu.
Bletilla striata "Marcel Clapdorp", è un clone molto bello in quanto il fiore si apre completamente e resiste bene al freddo
photo from web ( Manfred Merz)
Bletilla striata "Gabby", molto
resistente al freddo ed alla pioggia, quindi può essere agevolmente
coltivata in giardino.
Fiori color porpora scuro. Produce larghe
colonie in breve tempo.
Foto dal sito Albiflora dell'amico Jan
Bletilla striata "Kuchibeni", dal fiore rosato
esiste anche un clone di Bletilla striata a tre labelli, tri-lips:
Bletilla striata "tri-lips"
si tratta di un clone unico, giapponese, riprodotto per divisione dalla
pianta iniziale, in quanto la sua riproduzione per seme non da
risultati garantiti ( photo from the owner, Shikoku Garden )
Bletilla striata var. alba, dal fiore bianco; non così resistente al freddo come la striata normale.
Ritengo che la var. alba sia ben diversa dalla Bletilla gebina, anche se sul web si tova una certa confusione.
La Bletilla gebina, come descritta da Lindley, ha il labello bianco tinto di rosa violetto, e non bianco puro come la Bletilla striata var. alba
photo from Albiflora
foto tratta da Albiflora, dell'amico Jan
Bletilla gebina
descritta da Lindley nel 1847 in Journal of the Horticultural Society of London 2: 307 (1847) col nome di Bletia gebina, dichiarando come paese di origine il Giappone.
Dalla descrizione si evince che i fiori sono bianchi, con una lieve
tinta rosso violetta; il labello è soffuso di un delicato violetto
pallido e ha 5 lamelle, con due ulteriori corte lamelle ai lati,
caratteri che sono ben documentati nella tavola pubblicata suEdwards's botanical register v.33(1847)
descrizione di Bletia gebina in Edwards's botanical register v.33(1847)
e qui sotto invece la sua tavola collegata alla descrizione
tavola di Bletia gebina in Edwards's botanical register v.33(1847)
Bletia gebina viene descritta
da Lindley prima in The Journal of Horticultural Society of London nel
1847 e poi ripubblicata nello stesso anno in Edwards's botanical
register, questa volta però corredando la descrizione con la tavola che
ho presentato sopra.
riporto la sua descrizione:
"Foglie larghe, pieghettate, che si alzano sullo stelo, lunghe da 6 ad
8 pollici, o più, e larghe 2 pollici, acuminate nella parte più alta,
ottuse nella parte più bassa. I fiori sono grandi circa quanto Bletia
hyacinthina, da 6 a 8 nello stelo, 2 pollici e mezzo di diametro,quasi
bianchi, con una leggera sfumatura rosso violetto. Il labello è di un
delicato violetto pallido, ottusamente a 3 lobi, con 7 carene sulla sua
superficie, di cui le due ai lati sono confinate al lobo mediano e gli
altri 5 si estendono alla base, che è leggermente macchiata di giallo.
È molto vicina a B. hyacinthina e, secondo il catalogo della signora
Loddiges, è originaria del Giappone. Nessuna descrizione di essa, però,
si trova nei libri.
È un'orchidea terrestre, che richiede una leggera protezione dal gelo,
e deve essere mantenuta piuttosto asciutta mentre è nello stato
dormiente; in seguito dovrebbe essere ben fornita di umidità e calore.
Essa cresce liberamente in una miscela di torba fibrosa e terriccio di
foglie semi-decomposte, ed è moltiplicata dividendo le vecchie piante
quando sono nello stato dormiente.
Fiorisce ad aprile.
Essendo piuttosto resistente al clima freddo, è una pianta desiderabile
quando non si possiede una "stove" (serra riscaldata da una stufa),
poiché può essere coltivata in una buca fredda tenuta chiusa durante
l'estate. "
21 aprile 1847.
Reichenbach in Flore des Serres et des Jardins de l'Europe 8: 246.
1852-1853 codificò il genere Bletilla sulla base di Bletilla gebina,
che era stata descritta da Loddiges come Calanthe gebina e da Lindley
come Bletia gebina. Reichenbach annota che il labello ha sul disco 5
lamelle integre, crenulate ed arricciate
Se Lindley la chiamò Bletia gebinae nel 1847 in The Journal of the Horticultural Society of London 2: 307., Reichenbach invece la chiamò Bletilla striata var. gebinae nel 1878 in Botanische Zeitungd.
Ora alcuni botanici considerano Bletilla gebina invece mero sinonimo di
Bletilla striata, cosa che non mi convince, dato che il fiore presenta
un colore stabile e ben diverso da Bletilla striata, compresa la sua
forma alba. Caratteristico è il labello bianco col lobo mediano soffuso
di rosa violetto.
quella che ritengo possa essere la Bletilla gebina
photo by John Varigos
quella che ritengo possa essere la Bletilla gebina
photo by Mijika
quella che ritengo possa essere la Bletilla gebina
photo by Mijika
Bletilla formosana (Hayata)
Schlechter
Descritta
originariamente sulla base di piante native di Taiwan, ove è chiamata
pai-chi lan o 小白及 xiao bai ji; cresce in foreste di latifoglie
sempreverdi, spesso in pieno sole, nelle colline e nelle montagne della
parte nord ed est dell’isola di Taiwan e nelle isolette di Lan-yeu e
Lu-tao; cresce anche nelle regioni cinesi prospicienti Taiwan ( Fujian,
Guangxi, Guangdong, Guizhou, Jiangxi, S Shaanxi, Sichuan). Altitudine:
da 600 a 3000 m
Si tratta di
una pianta di solito alta solo 15-40 cm, di dimensioni quindi più
piccole di Bletilla striata. I fiori, larghi 2-3 cm, sono di color
rosa-porpora molto chiaro, spesso quasi biancastro, con gli apici dei
sepali e dei petali acuti. Il labello può avere un vistoso callo
giallo. Si caratterizza anche dal fatto di avere 5 lamelle ondulate
lungo tutta la loro lunghezza, mentre la Bletilla striata le ha
ondulate solo nella parte del lobo mediano.
Descritta nel
1911 da Hayata con il nome di Bletia
formosana sulla base di piante raccolte a Nan-tou, fu trasferita
nello stesso anno da Schlechter nel genere Bletilla.
I nomi Bletilla kotoensis Hayata (cioè
originaria dell'isoletta di Kotoho, detta Orchid Island) e Bletilla morrisonicola Schlechter
(descritta da Hayata come Bletia
morrisonicola, cioè originaria del monte taiwanese Morrison)
sono considerati suoi sinonimi.
Ho coltivato
alcune piante di Bletilla formosana in vaso per alcuni anni senza
particolari problemi, finché improvvisamente sono deperite e morte.
Meglio avrei fatto a coltivarle in piena terra.
foto di
Bletilla formosana in situ pubblicata da Hsu Tian-Chuan
foto di Bletilla
formosana pubblicata da Hsu Tian-Chuan
foto di
Bletilla formosana pubblicata da Hsu Tian-Chuan
qui mostro
alcune mie foto, fatte anni fa, di una Bletilla sp. che mi era arrivata dalla Cina col
nome (errato?) di Bletilla formosana, probabilmente dal Guangxi
Stazione di
riferimento: Hua-Lien (est Taiwan), 13 metri (le temperature
sono calcolate per 1100 mt d’altitudine)
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Pioggia/mm
58
112
104
196
272
178
269
221
325
221
84
56
Umidità %
78
81
80
82
84
84
81
82
80
76
76
76
Giorni sereni
alle 7
15
13
15
6
10
4
5
9
14
16
16
15
Giorni sereni
alle 13
7
3
2
0
0
0
0
0
0
1
4
7
Temperatura max
°C
15
15
16
18
22
24
25
25
23
21
18
16
Temperatura min
°C
8
8
10
12
15
16
17
17
16
14
11
9
Escursione
termica
7
7
6
6
7
8
8
8
7
7
7
7
Fioritura
**
Bletilla
formosana coltivata e fotografata dall'amico Aldo Dello Iacovo si nota
l'aspetto acuto dei petali e dei sepali e la caratteristica macchia
gialla sul labello
Bletilla formosana as published on Phytesia web page
Bletilla guizhouensis
(Orchidaceae; Epidendroideae), a new species from Guizhou China:
evidence from morphological and molecular analyses
Bletilla guizhouensis
(Coelogyninae, Epidendroideae, Orchidaceae), a new species from
Guizhou, China, is described and illustrated in this study based on the
morphological and molecular evidence. Based on the morphological
comparison, B. guizhouensis is closely related to B. striata, but
differs in having ovate-oblong floral bracts, oblong-elliptic dorsal
sepal, lip broadly-obovate, lip mid-lobe subelliptic, and disk with 7
longitudinal lamellae. These features distinguish the new orchid from
all other known species of Bletilla. Molecular analysis based on
nuclear ribosomal ITS and plastid DNA sequence data indicate that B.
guizhouensis is a new species.
La Bletilla guizhouensis (Coelogyninae,
Epidendroideae, Orchidaceae), una nuova specie originaria del Guizhou,
in Cina, è descritta ed illustrata in questo studio sulla base di prove
morfologiche e molecolari. Basato sul confronto morfologico, B.
guizhouensis è strettamente correlata a B. striata, ma ne differisce
per avere brattee floreali ovate-oblunghe, sepalo dorsale
oblungo-ellittico, labello ampiamente obovato, il lobo medio del
labello è subellittico ed il disco ha 7 lamelle longitudinali . Queste
caratteristiche distinguono la nuova orchidea da tutte le altre specie
conosciute di Bletilla. L'analisi molecolare basata su ITS ribosomiale
nucleare e dati sulla sequenza del DNA plastidico indicano che B.
guizhouensis è una nuova specie.
Bletilla ochracea Schlechter
Fu descritta da
Schlechter nel 1913 in Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis
12(312–316): 105–106. 1913 sulla base di una raccolta effettuata dal
missionario francese Maire a Long-Ki (Yunnan) a 700 m di altitudine.
chiamata in
Cina 黄花白及 huang hua bai ji
Si tratta
dell’unica Bletilla a fiori gialli sinora descritta; in realtà i sepali
ed i petali non sono proprio giallo brillante, ma piuttosto giallo-ocra
o giallo-verde, talora biancastri, hanno gli apici appuntiti e di norma
la loro superficie esterna ha piccole macchie porpora. Il labello è
chiaro, biancastro, con 5 lamelle longitudinali e con un vistoso callo
giallo macchiato di rosso. Caratteristici sono i sepali laterali molto
allungati e falcati.
Cresce in
foreste di latifoglie e conifere, in boschetti, praterie o luoghi
ombreggiati lungo i calanchi, in pendici erbose o ai margini dei
boschi, ad 800 - 2000 metri di altitudine.
distribuzione:
nello Yunnan, Sichuan, Guangxi, Guizhou,Gansu, Hubei, Henan, Hunan
fioritura:
giugno-agosto
nel
passato, molte piante in
commercio con il nome di Bletilla ochracea, in particolare in
Inghilterra, hanno una tonalità rosata, il che dimostra che si tratta
di ibridi (probabilmente con Bletilla szetschuanica).
queste sono vecchie foto di alcune mie piante, di origine cinese
Bletilla
ochracea
altro
clone di Bletilla ochracea, origine cinese; si tratta di un clone con
pianta molto piccola, alta sui 15-20 cm e dal labello molto colorato
clone con pianta di piccole dimensione e labello molto colorato
clone con labello molto colorato
Stazione di
riferimento per Bletilla ochracea: Kuei-yang (Yunnan, Cina), 1071 metri (le temperature
sono calcolate per 1236 mt d’altitudine)
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Pioggia/mm
20
28
41
91
193
213
198
135
127
104
48
25
Umidità %
74
77
71
72
77
76
77
76
73
77
78
78
Giorni sereni alle 7
2
1
2
3
1
2
2
4
5
2
2
1
Giorni sereni alle 13
4
3
7
6
3
2
1
2
4
5
3
5
Temperatura max C
8
10
17
21
23
27
28
28
25
19
15
11
Temperatura min C
1
2
8
12
15
18
20
19
16
12
8
4
Escursione termica
7
8
9
9
8
9
8
9
9
7
7
7
Fioritura
*
**
due miei cloni
di Bletilla ochracea; a sinistra una forma normale, a destra una forma
semi alba
forma semi alba
di Bletilla ochracea
forma semi alba di
Bletilla ochracea, vista di profilo
Bletilla szetschuanica
Schlechter
Originaria
della provincia cinese di Sichuan. Fu descritta nel 1922 da Schlechter
in Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis, Beihefte 12: 344.
1922, sulla base della raccolta Limpricht 1550, fatta cioè da Limpricht
nella valle di Yatschou, nei pressi di Baoxing (Moupin), nella
provincia cinese del Sichuan (Szechuan), a 650 - 1200 metri d’altitudine.
Schlechter ha descritto questa specie come avente i fiori
rosa-violetto, il labello con i lobi laterali semi-oblunghi ed ottusi,
il lobo mediano obovato e lungo quanto largo, troncato, con il margine
ondulato e colorato di violetto. Non è semplice interpretare la
descrizione di questa specie in quanto il materiale tipo è andato
distrutto durante la seconda guerra mondiale. Non resta quindi che
basarsi sulla descrizione scritta originale, di cui riporto copia del
testo originale
.
Fu descritta da
Schlechter nel 1913 in Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis
12(312–316): 105–106. 1913 sulla base di una raccolta effettuata dal
missionario francese Maire a Long-Ki (Yunnan) a 700 m di altitudine.
il colore del fiore è descritto come " fide collectoris, rubris vel
violaceis", cioè " rosso o viola, sulla fede del raccoglitore".
Cribb ha
pubblicato due foto (The Orchid Review, pag. 1178/1991 e pag 1220/1998)
ipotizzando che possano rappresentare la “ritrovata” Bletilla
szetschuanica. La prima foto ritrae una pianta in coltivazione in
Inghilterra e che presenta un labello con un callo giallo (il che mi fa
dubitare che si tratti della vera Bletilla szetschuanica, in quanto Schlechter la descrisse come rosso violaceo). La seconda
foto ritrae invece alcuni fiori fotografati in situ proprio nel Sichuan,
abbastanza diversi da quelli precedenti, e molto più simili alla
descrizione di Schlechter: potrebbero quindi rappresentare la vera
Bletilla szetschuanica
Questa foto, tratta da The Orchid Review, secondo Cribb
rappresenterebbe la Bletilla
szetschuanica in situ.
Bletilla
szetschuanica according my friend Jan from Crustacare
Stazione di
riferimento per Bletilla szetschuanica: Hsi-Chang (Sichuan, Cina), 1600
metri (le temperature
sono calcolate per 1250 mt d’altitudine)
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Fioritura
*
**
clone di
Bletilla sp.,originario dal Sichuan, che potrebbe essere la Bletilla
szetschuanica
esemplare di
Bletilla sp. originario dal Sichuan, che potrebbe essere la Bletilla
szetschuanica
Bletilla yunnanensis Schlechter
Descritta da
Schlechter nel 1922 in Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis,
Beihefte 12: 343 (anno 1922) sulla base di piante raccolte da Limpricht n.866
nello Yunnan, a Tu Kuan Tsun e Chuxiong, a circa 2000 metri
d’altitudine.
Nella
descrizione originale Schlechter parla di fiori porpora, con labello
caratterizzato da tre creste crenulate; inoltre i lobi laterali del
labello sono semi-oblunghi con apice ottuso, il lobo mediano è
oblungo-quadrato, profondamente retuso, con apice undulato, e più lungo
che largo. Anche il tipo di Bletilla yunnanensis è andato purtroppo
distrutto durante la seconda guerra mondiale, per cui ci si deve basare
sulla descrizione originale. Da allora questa pianta non è stata più
ritrovata con certezza, per cui se ne ignora la reale esistenza e la
sua eventuale diffusione.
Schlecther ha
pure descritto una varietà, la Bletilla
yunnanensis var. limprichtii,
che viene così
descritta: "questa nuova varietà si
differenzia dalla forma tipica per i
fiori bianchi ed il labello con puntini giallo violacei"
Non essendo stata ritrovata con certezza in natura e mancando il typus da studiare, non è da escludere che Bletilla yunnanensis
possa in futuro essere considerata sinonimo di Bletilla formosana ma al momento la considero come specie autonoma.
Bletilla
yunnanensis (?), come pubblicata su The Orchid Review
Stazione di
riferimento per Bletilla yunnanensis: Mengtze (Yunnan, Cina), 1300 metri (le temperature
sono calcolate per 2000 mt d’altitudine
gen
feb
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Pioggia/mm
8
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208
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3
Umidità %
49
51
40
42
52
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73
70
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Giorni sereni alle 7
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Temperatura min C
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Fioritura
*
**
Bletilla sp.
affine szetschuanica
Nella primavera
del 1998, durante gli studi necessari alla preparazione della prima
versione di questo articolo pubblicato sulla rivista "il mondo delle
Orchidee" del G.A.O. Gruppo Amici delle Orchidee, N°4- novembre 1998,
ho potuto coltivare una bella ed
interessante Bletilla sp., originaria di Wo-Long nel Sichuan. Alcuni
esemplari sono fioriti nel maggio 1998, per cui ho potuto fornire una
dettagliata descrizione di questa specie:
Rizoma di forma
vagamente rotondeggiante, assai schiacciato, largo da 2 a 5 cm.
Foglie plicate,
ruvide al tatto, lunghe 20-30 (40) cm, larghe 3-4 cm a maturità; al
momento della fioritura (antesi) sono lunghe 10-12 cm e larghe 2-3 cm.
La pianta a maturità è alta 30-40 cm e presenta 4 foglie alternate, di
cui la basale è lunga 5 cm, la seconda 10 cm, la terza 20 cm, la quarta
30 cm.
Inflorescenza
lunga 20 cm, di color verde-porpora, portante 5-6 fiori, sottesi da una
brattea marrone; i fiori apicali sono lievemente più piccoli di quelli
basali.
Fiori di un
intenso ed uniforme color rosa-violetto, molto scuro ai margini del
labello. Sepalo dorsale lungo 3.4-3.7 cm e largo 0.7 cm (0.4 cm alla
base), ellittico-lanceolato, ad apice subacuto. Sepali laterali lunghi
2.9 cm e larghi 0.7 cm (0.3 cm alla base), falcati, ad apice acuto.
Petali lunghi 3.5-3.8 cm, larghi 0.7 cm (0.2 cm alla base), spatulati,
lievemente falcati. Labello trilobato, lungo 2.8 cm e largo 2 cm; lobi
laterali con apice arrotondato e margine ondulato, di colore violetto
scuro; lobo centrale con apice nettamente emarginato e margine molto
ondulato, di colore violetto molto intenso, lungo 0.7 cm e largo 1 cm;
il callo presenta cinque lamelle principali bianco-rosa, lunghe 2.6 cm,
intere, alte 2 mm, fortemente ondulate nei 5 mm superiori, e che dalla
base arrivano all’apice del labello; sono accompagnante all’esterno da
due lamellule laterali lineari, basse, molto pi corte delle lamelle
principali in quanto sono lunghe solo1.5 cm. Colonna lunga
2.5 cm, curva, denticolata e di color rosa-viola scuro all’apice, in
particolare nella faccia superiore, larga 5 mm all’apice. Ovario lungo
1.8 cm e largo 0.1 cm, lievemente ritorto, di color verde-viola.
Capsula lunga 3 m e larga 1 cm
Bletilla aff.
szetschuanica “GAO”, fiorita il 25-04-98 a Borgo Valsugana.
Habitat: questa specie
cresce in aree erbose, ai margini di foreste, a 900 - 1100 metri
d’altitudine, a WoLong nel Sichuan, nello stesso habitat del panda
gigante. In natura fiorisce a maggio.
Osservazioni: la Bletilla
aff. szetschuanica presenta delle caratteristiche morfologiche che la
distinguono
facilmente dalla comune Bletilla striata. Infatti ha foglie molto più
piccole e strette di quelle di Bletilla striata. Anche il fiore è
differente: il colore è molto più intenso; i petali hanno una base
molto più stretta ed il labello ha il lobo mediano più largo che lungo
ed è nettamente emarginato.
Confrontando
questa pianta con la descrizione fornita da Schlechter per la Bletilla
szetschuanica, ed in considerazione anche del fatto che questo clone è
originaria del Sichuan, io propendo per considerarla come la vera
Bletilla szetschuanica, anche se non posso confrontarla col tipo, che è
andato distrutto nel bombardamento di Berlino.
Per il momento
perciò preferisco chiamarla Bletilla aff. szetschuanica (affine cioè a
Bletilla szetschuanica), in attesa che studi futuri possano chiarirne
il vero inquadramento tassonomico.
Stazione di
riferimento per Bletilla aff. szetschuanica : Hsi-Chang (Sichuan,
Cina), 1600 metri (le temperature
sono calcolate per 1750 mt d’altitudine)
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Pioggia/mm
8
10
28
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86
272
180
208
231
112
33
3
Umidità %
49
51
40
42
52
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70
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Giorni sereni alle 7
18
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3
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Temperatura max C
15
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Temperatura min C
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Escursione termica
12
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13
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8
9
9
9
9
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12
Fioritura
**
Bletilla chartacea Tang &
Wang
descritta
da Tang e Wang in Acta Phytotaxonomica Sinica 1(1): 68. nel 1951,
sulla base di Cephalanthera chartacea,
descritta da King e Pantling nel
1895 in Journal of the Asiatic Society of Bengal 66: 598 anno 1895
il nome deriva dalla natura cartacea della brattea dell'inflorescenza.
da notare in questa descrizione che:
-solo due esemplari erano noti al momento della descrizione
-entrambi eran in "bud", cioè in bocciolo
-gli autori scrivono che la descrizione finale del fiore potrebbe
differire rispetto a quello che stavano descrivendo
-località: Taunggyi, capitale dello stato di Shan nel nord est della
Birmania; strano che nessuno qui l'abbia più ritovata
se a queste note aggiungiamo che non conosco ove si possa trovare il
campione di erbario per un eventuale studio, mi viene il dubbio che
questa specie non possa essere considerata valida, ma la tengo ancora
in lista non avendo prove per una decisione finale.
ovviamente non esiste nessuna foto attribuibile a Bletilla chartacea
Bletilla foliosa Tang & Wang
descritta da
Tang e Wang in Acta Scientia Sinica 1(1): 68. 1951 sulla base di
Pogonia foliosa,
originariamente descritta da King e Pantling nel 1895
in Journal of the Asiatic Society of Bengal 66: 598 anno 1895
questa è la
descrizione originale di Pogonia
foliosa fatta da King e Pantling nel 1895;
più tardi, nel 1951, essa trasferita nel genere Bletilla, come Bletilla foliosa, da
Tang e Wang. qui viene
descritta con " disco con tre lamelle glabre, che corrono dalla base
fino quasi all'apice, liscie nei loro due terzi piu bassi, e pettinate
nel terzo superiore"
tavola
originale di Pogonia (Bletilla) foliosa, da Curtis's Botanical Magazine
a,b,c,d: Bletilla sinensis e: labello di
Bletilla foliosa
dalla tavola si vede che il labello di Bletilla sinensis (c) ha
carene semipapillose, mentre Bletilla
foliosa (e) ha tre lamelle glabre e pettinate come descritto da
King e Pantling nel 1895
qui ora riporto alcune foto che mi
sembrano rappresentare bene la riscoperta Bletilla foliosa;
in particolare la bordatura porpora del labello mi ricorda molto
presente nella tavola del Curtis's Botanical Magazine che ho presentato
appena sopra.
questa ritengo sia la Bletilla
foliosa photo by
Khunchai Chang
Bletilla foliosa
in situ; il portamento dello scapo che porta l'inflorescenza è uguale a
quello rappresentato nella tavola in Curtis's Botanical Magazine photo by
Khunchai Chang
Bletilla foliosa
Photo by Janyaporn Thawornsatitsakul
she writes: Terrestrial orchid, stem up to 30 cm long with tuber
sub-ovoid 2 cm across. Leaves 3 - 5-leaved, oblong-elliptic, plicate.
Inflorescence sub-terminal, 25 cm long, 2 - 5-flowered. Flowers white
with purple tip, not fully expanded, 6 - 8 mm across, 1.5 cm long.
Distribution : S China: Shrub forest in the north, blooming season in
May - June.
Bletilla sinensis Schlechter
il botanico
tedesco Schlechter, in Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 10:256 anno 1911,
trasferi nel genere Bletilla la pianta descritta da Rolfe come Arethusa
sinensis, in cui parlava di tre lamelle fimbriate, e raccolta da
Henry
a Mengtze (Yunnan, Cina)
si caratterizza
dal fatto di avere il labello con TRE lamelle longitudinali fimbriate
questa è la descrizione originale di Arethusa
sinensis fatta da Rolfe
nota: labello con apice apiculato, margine fimbriato-denticolato, disco
con tre lamelle fimbriate
questa è
la
tavola della Bletilla sinensis,
raccolta da Henry nel 1898 e depositata come Arethusa sinensis presso
il Kew Herbarium K000942609 e disponibile
sulla loro pagina web
this is the
Bletilla sinensis sheet, as it
is found on the downloading
page of the
web herbarium catalogue from Kew, Royal Botanic Garden, #K000942609
Attenzione: le foto qui di seguito sono pubblicate come Bletilla
sinensis, ma ritengo siano Bletilla foliosa
Warning: the photos below are published as Bletilla sinensis, but I
believe they are Bletilla foliosa
photo of
Bletilla from web page of Department of
National Park, Wildlife and Plant Conservation, Thailand
they say it can be Bletilla aff. sinensis (?), but I suppose
it is Bletilla foliosa
here it is
possible to see better the semipapillose keels, and not fimbriate as in
Rolfe's description (qui è
possibile vedere le carene semipapillose e non fimbritate come descritte da
Rolfe)
this photo of
Bletilla aff. sinensis (??), that I suppose can be Bletilla foliosa instead,
was taken from the web page of Department of
National Park, Wildlife and Plant Conservation, Thailand
e
nel futuro?
Ricapitolando,
quindi, a livello botanico siamo sicuri dell’esistenza di 5 specie di
Bletilla (Bletilla chartacea,
Bletilla foliosa, Bletilla formosana,
Bletilla ochracea e Bletilla striata).
Incerta e
dubbia è la classificazione di Bletilla
yunnanensis e Bletilla
szetschuanica., che io mantengo qui per ora come specie autonome.
Sono anche
convinto che ulteriori esplorazioni botaniche in Cina (in particolare
nel Sichuan e nel Guizhou) possono portare alla luce nuove ed
interessanti specie o varietà di Bletilla.
infatti nel giugno del 2019 in Phytotaxa 406(5):279-286 · June 2019
viene descritta una specie simile a Bletilla
striata ma con differenze morfologiche e molecolari: Bletilla guizhouensis
ibridazione
Nonostante la
bellezza dei suoi fiori e la facilità con cui le Bletilla possono
essere coltivate in giardino, non è stato fatto molto nel campo
dell’ibridazione.
il primo
ibrido, Bletilla Yokohama, fu ottenuto da Suzuki nel 1956 incrociando
Bletilla striata con Bletilla formosana.
ibridi primari:
Bletilla Brigantes (Ble. striata × Ble. ochracea)
photo from the web site of Manfred Merz
Bletilla Penway Fancy
(Bletilla ochracea x Bletilla Penway Paris)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Fantasy
(Bletilla Penway Rainbow x Penway Prelude)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Festival
(Bletilla Penway Rose x Bletilla Brigantes)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Harlequin
(Bletilla ochracea x Penway Imperial)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Imperial
(Bletilla striata x yunnanensis)
Registrante: R. Evenden 2000
Bletilla Penway Jade
(Bletilla ochracea x Penway Dragon)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Magic
(Penway Rainbow x Penway Harlequin)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Majestic
(Brigantes x Penway Dragon)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Paris
(striata x szetschuanica)
Registrante: R. Evenden 1994
Bletilla Penway Passion
(Penway Rose x Penway Rainbow)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Pixie
(Yokohama x Penway Sunset)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Prelude
(Coritani x Brigantes)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Pride
(Penway Sunset x Penway Rainbow)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Princess
(formosana x yunnanensis)
Registrante: R. Evenden 1994
Bletilla Penway Rainbow
(Yokohama x ochracea)
Registrante: R. Evenden 2000
Bletilla Penway Rose
(ochracea x yunnanensis)
Registrante: R. Evenden 2000
Bletilla Penway Spirit
(Yokohama x Coritani)
Registrante: R. Evenden 2007
Bletilla Penway Starshine
(Yokohama x szetschuanica)
Registrante: R. Evenden 2000
Poco è stato
esplorato anche nel campo dell’ibridazione intergenerica, anche se
tutto
lascia presupporre che le Bletilla possano essere incrociate con altri
generi della sottotribù Bletiinae, ad esempio con Ancistrochilus,
Bletia, Calanthe, Phaius, Spathoglottis, Tainia, Arundina, Thunia, etc.
Calopotilla
Julia Yannetti = Calopogon tuberosus x Bletilla striata,
registrata nel 2002
Thunilla
Himuka-beni = Thunia brymeriana x Bletilla striata, registrata nel 2009
Bletundina
Miyako-beni= Bletilla striata x Arundina bambusifolia, registrata nel
2009
attenzione
invece su questo supposto ibrido:
Pleionilla
Pollyana: Bletilla striata × Pleione formosana
ho però
alcuni dubbi su questo ibrido, di cui non si trova nessuna
foto pubblicata, neppure sul web; i miei tentativi di impollinare
bletilla x pleione non diedero infatti risultati, tanto meno capsule
fertili
Coltivazione
Come detto le
Bletilla sono specie terrestri, coltivabili facilmente in giardino. Si
possono piantare in un normale, buon terreno, eventualmente reso più
soffice dall’aggiunta di un po’ di torba, pomice, perlite, etc; si può
aggiungere anche un pò di letame; i rizomi vanno piantati a circa 3-4
cm di profondità, in un luogo ove possano ricevere molta luce durante
il periodo vegetativo. Al nord Italia è necessario, in inverno, proteggere i rizomi
dall’eccessivo gelo, coprendoli in autunno con un abbondante strato di
foglie e/o aghi di pino. Questa copertura serve anche, in
caso di caldo primaverile anticipato, ad impedire una troppo precoce ripresa
vegetativa in primavera; il nuovo getto vegetativo infatti è piuttosto
sensibile alle improvvise gelate di fine marzo/aprile.
In giardino
possono essere facilmente coltivate Bletilla striata, Bletilla
formosana e Bletilla
ochracea.
Anche la Bletilla aff. szetschuanica, dalle prove da me
condotte anni fa, è facilmente coltivabile in giardino; a WoLong cresce
a circa
1000 metri d’altitudine, in pendii erbosi ed esposta al sole.
Ci sono cloni di Bletilla striata che in giardino sopportano il gelo.
Se si
preferisce, però, le Bletilla possono essere coltivate anche in vaso,
ma vanno riparate in tal caso in inverno; infatti il gelo attraverso il
vaso può essere fatale alla pianta, cosa purtroppo da me sperimentata.
Si possono quindi tenere in area riparata dall'eccessivo gelo, tipo
garage, verande fredde, etc.
Anche in vaso il substrato deve essere simile a quello spiegato nel
capitolo dedicato alla Bletilla striata, cioè molto drenante, usando ad
esempio un buona percentuale di pomice
Conviene usare
un vaso piuttosto largo, in modo da permettere lo sviluppo del rizoma
per qualche anno, per evitare di danneggiarlo se si rinvasa troppo
spesso.
Essa tende negli anni a crescere verso il bordo del vaso, e
quando si vede che è arrivata quasi al bordo, la si rinvasa,
anche per dare un certo ordine estetico alla
pianta nel vaso, perchè col tempo il vaso risulta vuoto al centro, con la pianta che invece si sviluppa verso la periferia.
E' una buona idea quella di mettere dei ciottoli o sassi in una metà del
fondo del vaso e coprire il resto del vaso con il substrato scelto; in
questo modo si fornisce un buon drenaggio con i sassi, mentre per
capillarità l'altra parte del fondo del vaso aspira acqua tramite il
substrato, in particolare se mettiamo un sottovaso che raccoglie l'acqua piovana o di innaffiatura.
Come epoca del
rinvaso, conviene farlo mentre la pianta è dormiente, quindi in
inverno, perché se lo si fa in primavera avanzata la pianta potrebbe già aver
iniziato a fare il nuovo getto vegetativo, molto delicato e
semisotteraneo, quindi facile a rompersi nella operazione del rinvaso.
La bletilla striata in vaso va tenuta al fresco ed asciutto in inverno,
per poi riprendere con cautela le bagnature quando in primavera si vede
spuntare il getto vegetativo. Attenzione che all'inizio il nuovo getto
è molto sensibile alla troppa acqua, e potrebbe marcire. Conviene
immergere il vaso in un bacinella d'acqua, in modo che il substrato si
bagni dal sotto. Ho visto foto di Bletilla striata in Giappone crescere
infatti lungo pendii in cui spesso scorre acqua.
E' utile
concimarla durante la fase di maggior crescita vegetativa, usando un
classico 20.20.20, per poi smettere ogni concimazione alla fine
dell'estate. ( vedi i
miei consigli in generale sulla concimazione
)
Se possibile preferire un concime che contenga azoto sotto forma di azoto nitrico (N-NO3) e azoto ammoniacale (N-NH4)
Se coltivata in terra piena, in giardino, si può durante il riposo
invernale mettere un pò di letame stagionato sulla superficie del
terreno, magari mescolato a sabbia, terra di bosco, etc
Richard Evenden
suggerisce i seguenti substrati, adatti per la coltivazione in vaso: a – 1/3 di loam
( terra di prato, ricca in argilla, sabbia e materiale organico
fibroso), 1/3 di sabbia grossolana (preferibilmente di quarzo) ed 1/3
di bark fine; il pH dovrebbe essere intorno a 6.5. b – lana di
roccia e perlite.
Phillip Cribb
invece suggerisce: a – 6 parti di
bark medio, 3 parti di sfagno tritato, 1 parte di perlite, 1 parte di
carbonella, 2 parti di foglie di faggio tritate. b – 2 parti di
loam, 2 parti di foglie di faggio tritate (o queste foglie parzialmente
compostate e passate ad un setaccio di 13 mm), 1 parte di torba di
sfagno fibrosa, 1 parte di sabbia grossolana.
io sto usando 6 parti di pomice, 2 di sabbia, 1 di foglie di faggio tritate e 1 di terriccio o humus fogliare; si può aggiungere al substrato un po’ di
letame di cavallo o di pecora, senza però esagerare.
Ognuno può
scegliere il substrato preferito e di più facile reperimento,
ricordando che è sempre molto importante disporre abbondante materiale
di drenaggio sul fondo del vaso. .
Vanno piantate quando sono in riposo, quindi senza radici, coprendo il
rizoma con qualche centimetro di substrato.
Ricordarsi che
si tratta di piante decidue, in quanto perdono le foglie in autunno ed
entrano in riposo sino a primavera, e bisogna ridurre quasi del tutto
le innaffiature; in natura infatti arriva il monsone invernale, che non
porta acqua ma aria secca un pò di rugiada notturna. Con
l’arrivo dei primi caldi la
Bletilla produce il nuovo getto vegetativo, uscendo dal riposo
invernale. Si devono quindi aumentare le annaffiature, stando molto
attenti nelle prime settimane a che l'acqua dreni bene, per evitare che
il nuovo e delicato getto possa marcire.
Essendo una pianta originaria da aree monsoniche, le innaffiature devono
essere abbondanti durante il periodo estivo.
Con l’autunno la pianta
perde le foglie, entrando in riposo. Se coltivata in vaso durante
l'inverno va tenuta al fresco ed all'asciutto, in ambiente abbastanza
umido. Evitare di esporre il vaso al gelo intenso; io ho perso
diverse piante che erano gelate nel vaso.
Attenzione che se la si tiene in serra e la temperatura della serra
fosse molto alta a fine inverno, la pianta è forzata ad una ripresa
vegetativa troppo precoce, con sviluppo di una pianta debole.
È certamente
consigliabile tenere il vaso in giardino durante i mesi estivi; può
stare in area un pò ripararata dal sole di mezzogiorno, ma sopporta anche il
pieno sole se questo non è fortissimo e se è stata abituata al sole già
dall'inizio della primavera.
Siccome la Bletilla striata non ama tanta acqua in inverno, se le si
coltiva in vaso conviene portare il vaso in una area protetta da
pioggia e gelo e non si deve dare acqua da novembre fino a quando
inizia a vegetare, di solito ad aprile; quando si riprende a bagnare,
bisogna evitare che vada troppa acqua sul nuovo delicato getto
vegetativo, come per le pleione.
E' probabile che la Bletilla striata riesca a sopportare sia
temperature molto calde (anche 40°) che temperature fredde, anche di
0° o sotto zero, se protetta con uno strato foglie; può perciò essere coltivata sostanzialmente in tutta Italia.
Bisogna però valutare che in zone con sole estivo molto forte, è utile
metterla in area un pò ombreggiata e ventilata, se possibile.
Ricordarsi che si tratta di una pianta originaria di aree monsoniche,
per cui, come in natura, sarebbe utile che riceva tanta luce, anche
diretta, in primavera, ma poi, come con l'arrivo dei monsoni, deve
ricevere luce filtrata (in natura il cielo è nuvoloso quasi sempre in
estate) e molta pioggia/acqua.
Per le
temperature e le annaffiature prendere spunto dalle tabelle
climatologiche allegate alla descrizione di ogni specie.
Malattie e parassiti
Se le Bletilla sono ben ventilate e le annaffiature sono corrette,
seguendo il ritmo naturale stagionale, ben poche sono le malattie che
affliggeranno le nostre piante. Sorvegliare però le punte delle foglie,
che sono indicatori di eventuali problemi radicali o fungini; talora
indicano anche un eccesso di fertilizzanti.
Le bletilla di solito son coltivate in terra piena, per cui si adattano
alla luce, crescendo in tarda primavera, ed è difficile che si
ustionino, forse anche per via delle foglie leggermente plissettate.
Stare molto attenti durante la fioritura ai pidocchi che con fastidiosa
puntualità tendono a colonizzare gli steli ed i boccioli: in questo
caso spruzzare con Pirimor o prodotti analoghi.
Siccome le formiche sono spesso i vettori dei pidocchi, delle cui
secrezioni zuccherine si nutrono, controllare con attenzione se si
vedono girare formiche intorno alle nostre piante.
In caso di malattie fungine, caratterizzate da macchie scure sulle
foglie, e raramente da marciume dei rizomi e delle radici, si può usare
uno dei tanti fungicidi rameici in commercio ( ad es idrossido di rame)
che sono forse i meno tossici, oppure fungicidi più potenti, ma che
spesso richiedono il possesso del patentino, tipo Mancozeb o Dithane,
Folicur, Previcur, etc, a seconda della patologia sospettata,
rispettando però tutte le precauzioni del caso, in quanto si tratta di
prodotti tossici per l’uomo e per l’ambiente. Ritengo però che
difficilmente le nostre bletilla andranno incontro a patologie; nel
caso malaugurato dovesse capitare, è consigliabile chiedere parere al
rivenditore di fiducia o azienda agraria locale.
Ancor più cautela bisogna avere nell’uso dei pesticidi, quando si
devono combattere le varie cocciniglie o gli acari o i pidocchi; questi
insetticidi possono essere tossici e pericolosi.
le malattie e i parassiti più comuni sono:
ragnetto rosso, che è un acaro, presente sopratutto in primavera ed estate
tripidi
afidi ( pidocchi)
pidocchi (afidi) sul fiore della mia Bletilla striata "Soryu"
pidocchi (afidi) sul fiore della mia Bletilla striata "Soryu"
cocciniglia cotonosa
cocciniglia a scudetto
funghi patogeni, che possono portare a marciume delle radici o degli
pseudobulbi; di solito la colpa è un ecceso di acqua nelle bletilla
coltivate in vaso, dovuto ad un substrato poco drenante
Botrytis cinerea, che è un fungo che colpisce con macchie brunonerastre
i fiori e di solito è legato ad un ambiente molto umido; raro in
ambiente esterno e non danneggia però la pianta
lepidotteri e bruchi
muffa fuligginosa, che colpisce sopratutto l'ovario o altri parti del
fiore, legata all'alta umidità; controllare che non ci siano insetti
che producono melata, su cui poi prospera questa muffa
attenzione anche a questi potenziali nemici:
limacce e chiocciole, che possono mangiare steli e parte dei fiori, sopratutto in periodi di alta umidità
formiche, che possono trasportare cocciniglie ed afidi
nel giardino
della signora Bianca Pezzatti a Borgo Valsugana, l'aiuola di Bletilla
striata in autunno presenta molte capsule in maturazione, frutto
di impollinazione naturale